Ospedale Covid Pescara: per Marsilio appalto regolare, per Mariani costruzione inutile

TERAMO – (alessandro misson) È scontro in Regione Abruzzo sulla realizzazione dell’Ospedale Covid 19 di Pescara, praticamente il quarto blocco per l’ospedale Santo Spirito all’ex Ivap, che con una speciale gara d’appalto con tempi strettissimi permetterà di realizzare in due mesi 214 posti letto, di cui 40 di terapia intensiva, al costo di 11 milioni di euro, nell’ambito del progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese di fronte all’emergenza Coronavirus. 

 

RIORGANIZZAZIONE FLESSIBILE. Una riorganizzazione “flessibile” annunciata dall’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì il 24 marzo, con il coinvolgimento e l’impegno di spesa anche per l’ospedale San Salvatore de L’Aquila (120 posti letto per 1,6 milioni di euro), della Asl di Teramo (Covid Hospital di Atri con 79 posti letto e 8 di terapia intensiva, più 37 posti all’Hospice del Mazzini” con 17 di intensiva), dell’ospedale di Atessa (48 posti letto) nel Chietino e quello di Penne nel Pescarese, più altri 500mila euro per la separazione tra percorsi Covid e non Covid negli ospedali abruzzesi.

 

LA GARA. La gara regionale è stata inficiata dal ricorso di un concorrente. A fare chiarezza, in conferenza stampa, fugando i dubbi sull’aggiudicazione dei lavori, è stato il governatore Marsilio: «Prima di invitare le imprese alla procedura negoziata per la realizzazione dell’ospedale Covid di Pescara, è stata verificata l’iscrizione alla white list, la banca dati antimafia che certifica la rispondenza a requisiti professionali ed etici". Così Marco Marsilio, presidente della Giunta regionale ha replicato alle polemiche innescate dalla richiesta di chiarimenti inviata all’Aric dall’impresa Edilfrair di Gianni Frattale, seconda classificata nella gara d’appalto, che poneva interrogativi sulla correttezza della procedura, chiedendo se l’imprenditore titolare dalla società vincitrice Omnia Servitia fosse iscritto nella white list della Prefettura come richiesto nella lettera d’invito. "Le procedure d’urgenza garantite dal Governo mi avrebbero consentito di procedere all’affidamento diretto – ha detto Marsilio – ma abbiamo deciso d’indire una procedura negoziata tramite Aric, svoltasi con la massima trasparenza, invitando 11 operatori, più del doppio del numero prescritto dalla legge". 

 

L’UTILITÀ. Ma a cosa servirà l’ospedale Covid di Pescara, annunciato dalla Regione Abruzzo cinque giorni prima del picco massimo di nuovi contagi in Abruzzo, (registrato il 29 Marzo), ora che l’Abruzzo sembra sulla via d’uscita dall’emergenza e ci si prepara alla cosiddetta “Fase 2”?

Per la Protezione Civile Nazionale, la struttura non è prioritaria, come sostenuto dal commissario dell’emergenza nazionale Domenico Arcuri, che giusto il 16 Aprile ha dato lo stop all’autorizzazione della spesa di 7 milioni di euro su 11 previsti (3 milioni sono garantiti da Bankitalia, uno dalla Asl di Pescara), in vista “dell’evoluzione delle azioni di contrasto dell’emergenza” e della “riorganizzazione della programmazione dei posti letto a livello nazionale”. Tradotto: in questi due mesi d’emergenza si è compreso a livello nazionale che il Coronavirus va combattuto a casa, con le cure a domicilio delle Usca sui sintomatici, piuttosto che con le cure ospedaliere sui ricoverati, visto che gli ospedali si trasformano facilmente in focolai e i posti letto servono solo per i casi più gravi, quelli da terapia intensiva, che con l’assistenza domiciliare si possono in gran parte evitare.

Di più: il 24 Marzo, cioè cinque giorni prima del picco di nuovi contagi in Abruzzo, sempre l’assessore alla Salute Verì ha dichiarato che l’occupazione dei posti letto di terapia intensiva in Abruzzo non fosse un problema, visto che sotto la massima pressione del Coronavirus, erano occupati al 70%. Perché dunque realizzare nuovi posti letto e nuovi posti letto di terapia intensiva, anche contro la logica e le previsioni del commissario nazionale all’emergenza?

 

MARSILIO. Su questo e sulle polemiche arrivate dalle province abruzzesi ha risposto il governatore Marsilio nella conferenza stampa sull’ospedale Covid: «Ho sempre rivendicato di non avere un campanile e queste polemiche stupide sull’ospedale Covid di Pescara sono figlie di questa miopia e di questa grettezza, che una parte importante della classe politica del nostro territorio si porta in dote e che per troppo tempo sono state flagello dell’Abruzzo". "Se a Pescara c’è maggiore bisogno, c’è maggiore pressione e c’è anche la struttura adatta, l’intervento si fa a Pescara – ha proseguito Marsilio – perché la logica da accattoni, secondo la quale avremmo dovuto prendere i fondi e dividerli per le quattro province, facendo magari in un posto un’opera che non serve mentre in un altro posto un’opera che serve non si completa perché non bastano i soldi, è la logica che ad oggi ha prodotto in Abruzzo ospedali che non funzionano, reparti lasciati a metà, servizi che non si possono offrire perché manca sempre qualcosa". 

 

MARIANI. La spiegazione del governatore Marsilio non ha però convinto l’opposizione di centrosinistra, che in una nota del consigliere Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucci, continua a criticare la scelta dell’Ospedale Covid di pescara: «Abbiamo sollecitato l’allestimento di strutture Covid dedicate per gestire l’epidemia ed evitare il rischio che gli ospedali fossero costretti ad abbandonare la loro quotidiana funzione di assistenza e cura delle normali patologie. Di tutti questi suggerimenti, purtroppo poco è stato fatto. L’unica scelta rilevante e costosissima è stata quella del Covid Hospital di Pescara. Eppure, in questi mesi è stato confermato ovunque che la più efficace azione contro il Coronavirus è la medicina territoriale, la prevenzione diffusa, la capacità di monitorare l’epidemia, di individuare tempestivamente i contagi in modo da isolarli e curarli prima della fase acuta che poi, allo stadio più grave, richiede il ricovero ospedaliero in terapia intensiva.Questa è per il futuro la vera, grande strategia. Rafforzare la rete dei medici di famiglia, i Distretti sanitari, le strutture di base, investire in dispositivi di protezione, mascherine per tutti, tamponi a tappeto, test sierologici, laboratori di analisi, e naturalmente l’isolamento sociale e le strutture per la quarantena: si deve cioè –  responsabilizzando la popolazione – investire sul sistema sanitario pubblico diffuso sul territorio che è il presidio fondamentale per prevenire e ridurre l’epidemia. Solo insieme a questo, e sulla base di una stima epidemiologica rigorosa, ha senso realizzare strutture Covid dedicate, per evitare sprechi di danaro pubblico. Ecco perché chiediamo scelte coerenti e rispettose delle esigenze dell’intera Regione: si attribuiscano le stesse risorse assegnate a Pescara anche alle ASL dell’Aquila e Teramo per una equilibrata gestione sanitaria dell’Abruzzo interno». «Infine un consiglio al nervoso Presidente Marsilio: eviti di offendere e lasci stare i campanili di cui la sua destra è campione del mondo. Cerchi invece, se può, di rispondere alle nostre domande e alle nostre proposte, senza buttarla in caciara. E’ più difficile, forse, ma è quello che gli abruzzesi pretendono da lui».